Cerca nel blog

sabato 15 maggio 2010

IL PIANETA OSCURO. parte 1°

CAPITOLO 1


L'argomento che ci siamo proposti di affrontare in maniera esaustiva e comprensibile non solo agli addetti ai lavori come si suole dire, concerne la problematica dell'Essere Umano inserito in un contesto universale e non solo nel ristretto orto di questo nostro Pianeta Terra.

Gli argomenti che saranno affrontati riguardano la sfera del sapere che è molto vasta e capiente di argomenti sufficientemente collegati tra loro, ma che per la molteplicità non sarà possibile che sfiorarli semplicemente.

Anche se questa prima parte può sembrare noiosa e non esaustiva, desideriamo richiamare l'attenzione del lettore sui principali argomenti scientifici per meglio comprendere gli eventi come verranno presentati.

Iniziamo da ciò che definiamo Universo e sull'ipotesi più credibile sul come esso si sia formato.

L’idea dell’espansione continua condusse gli studiosi e scienziati verso una delle principali teorie elaborate sulla nascita dello Universo, quella del Big Bang o, come viene tradotto, della Grande Esplosione Iniziale che fu elaborata e sottoposta al vaglio della scienza ufficiale nel 1930 dall’Astronomo belga Gorge Lemaitre.

Secondo la sua teoria, intorno a 15 miliardi di anni fa tutta la materia che costituisce l’Universo doveva essere contenuta in un solo aggregato atomico primordiale, chiamato anche Uovo Cosmico in cui la densità della materia avrebbe raggiunto un elevatissimo valore assoluto.

Questo aggregato primordiale esplose per la ragione di cui sopra ed i suoi frammenti furono proiettati verso l’esterno ad altissima velocità ed in successione, diedero origine a quello che oggi vediamo sebbene in minima parte.

Ci fu una seconda teoria circa la nascita dell’Universo che passò con il nome di “Stato Stazionario” ed essa fu elaborata intorno al 1948 da tre studiosi inglesi di cui desideriamo segnalare i nomi e che sono: Hermann Bondi, Thomas Gold e Fred Hoile.

Il concetto di “Stato Stazionario” non trovò grande riscontro tra gli studiosi del tempo e nel 1965 l’americano Allan Saudace, partendo dalla base del Big Bang , adattò una sua teoria che prevedeva un Universo pulsante in cui, secondo un ciclo di 80 miliardi di anni, esso si espande per contrarsi nuovamente fino a ritornare un aggregato puntiforme per poi esplodere nuovamente.

In realtà, egli ipotizzò un moto pendolare con un periodo ben delineato.

E' ormai accertato e condiviso dalla maggioranza del mondo scientifico che l'Universo si sia originato da una trasformazione in cui il tutto sarebbe paragonato ad un solo concentrato puntiforme di massa che, esplodendo, iniziò la trasformazione dell’ Energia Potenziale, in Energia Cinetica ed in successione, in materia o massa secondo una progressione temporale. -

A questo punto abbiamo accennato all'Energia nei suoi due aspetti principali, ovvero Energia Potenziale ed Energia Cinetica. –

In pratica, per meglio far comprendere che cosa indichiamo con il termine Energia Potenziale, facciamo un esempio elementare, ma significativo: - Si prenda un contenitore e lo si riempia con un (1) litro di acqua e lo si collochi ad un metro sopraelevato da un piano di riferimento che, per comodità può essere considerato il livello del mare.

Le grandezze che vengono evidenziate in questo caso, sono:

1)- L'altezza dal suolo o livello di riferimento pari ad 1
2) - L'accelerazione di gravità (per il nostro pianeta Terra)pari a g=9,8 metri/sec. 2° pot. (sec. al quadrato)

L'Energia Potenziale in questo caso, sarà. - E (pot.le) = radice quadrata di 2gH in cui g = accelerazione di gravità ed H = altezza a cui è stato collocato il contenitore dell'acqua.

Come è visibile dall'espressione, l'energia potenziale prescinde dalla natura della massa e dalla natura del materiale, mentre è strettamente connessa a due grandezze che sono la gravità ed il dislivello.

Per l'Energia Cinetica invece avremo:
E (cin.ca) = 1/2 .m.V elevata alla seconda potenza, in cui m = massa e V = velocità con cui si muove la massa specifica.

La definizione che viene attribuita all' evento creativo è BIG BANG ovvero, Grande Esplosione .

La teoria, appunto del Big Bang identifica la nascita dell'Universo da una grande esplosione iniziale.

In sintesi, la Materia che si sarebbe trovata in uno stato di elevatissima densità e temperatura, si espanse con una velocità elevatissima (Velocità della Luce) e, durante questa fase, la temperatura subì una riduzione successiva fino a che l'Idrogeno e l'Elio (elementi primi a formarsi dopo l'esplosione) passarono ad una fase di condensazione formando le Stelle e gli aggregati stellari che chiamiamo col nome di Galassie.

La Grande Esplosione avrebbe generato le funzioni principali che conosciamo e che sono alla base della nostra scienza ovvero, il Tempo, la Velocità e l'effetto di queste due prime grandezze fisiche, lo Spazio .­

A queste funzioni di base vanno aggiunte tutte le altre ed in particolare quella che universalmente pone l'Azione contrapposta alla Reazione .

Con il BIG BANG inizia anche la dilatazione dello Spazio che, secondo il rapporto di massimo volume - minima superficie, non può essere che sferico e con esso, inizia anche il Moto Pendolare di cui abbiamo accennato in precedenza.

Nasce un'altra funzione ed essa è la Gravitazione Universale ovvero, la forza che si oppone a quella che spinse la Materia generatasi a dilatarsi in modo continuo nello Spazio che la stessa Materia determina istante dopo istante.

L'esistenza della grandezza fisica antagonista, definita Gravitazione Universale, indica che tutti i componenti dell'Universo sono soggetti ad una traslazione la cui velocità tende a diminuire per giungere in un tempo definito, ma ad oggi, indefinito, al valore di Zero per poi invertirsi .

Grazie agli studi dello scienziato Plank, disponiamo di una costante che caratterizza la Gravitazione Universale e che è un numero puro equivalente a:-
h=1,054571 x 10 alla -37 esistere una correlazione tra Velocità di espansione della Materia ed l’evoluzione della Creazione nel suo insieme: Infatti, se osserviamo l'Universo ed i risultati degli studi che si sono potuti attuare dopo le esplorazioni lunari, gli esami su particelle di Meteoriti trovati sulla Terra, nonché i risultati degli studi geologici eseguiti sulle rocce di casa nostra, possiamo quasi affermare che le tracce lasciate dal tempo indicano un'evoluzione lenta di formazione di quei materiali che nella Genesi degli eventi, sono stati certamente tra i primi a scaturire dalla trasformazione dell'Energia Primordiale in Massa o Materia.

Essi, in effetti sono stati originati molto tempo prima degli Esseri Viventi, ma molto tempo dopo l'inizio dell'Universo.

Questo fatto può significare che la dilatazione dello spazio e la sua progressiva formazione sia avvenuta con una velocità molto alta nell'atto dell'esplosione (300 mila Km. al secondo) e decrescente man mano che la trasformazione dell'Energia in Massa o Materia si completi.

Nel momento in cui tutta l'Energia Primordiale si sarà trasformata e la Materia avrà raggiunto la massima entità e la Sfera dello Spazio Universale, la massima dilatazione nonché la minima densità relativa e, quindi il massimo volume, il tempo si fermerà ed in successione, invertirà la direzione, contraendosi.

Se si vuole figurare gli eventi creativi come si suppone essi siano avvenuti ed avverranno, basta rappresentare un sistema sferico concentrico il cui centro è assimilabile al Principio in cui si verificò il Big Bang.

Al fine della figurazione dello Spazio Universale ci è di aiuto la definizione che unisce l'Energia alla Massa con la seguente relazione:
e = m. V2 ovvero Massa moltiplicato la Velocità elevata al quadrato, dove la Velocità è quella della Luce. Il volume di una sfera è dato da:
Vol. Sfera = 4,13 .p . r3 dove :
p = pi greco = 3,14(periodico) -
r = raggio della sfera per cui (4/3 x p) = K (costante) e se r (raggio della sfera) lo consideriamo proporzionale a V (Velocità della Luce) nel primo istante dopo il Big Bang, lo Spazio Universale avrà iniziato a delineare un limite reale e dal volume iniziale progredirà mentre la trasformazione Energia - Massa continuerà e con essa, il processo evolutivo ormai innescato.

II moto a cui è soggetto l’Universo non è ipotizzabile del tipo Uniforme, ma Uniformemente Ritardato proprio come le stesse leggi fisiche che regolano il Moto Pendolare per cui il Vettore ovvero, il Raggio della Sfera Universale tenderebbe in un tempo a non subire più incrementi nel suo valore assoluto e successivamente, invertirsi di segno con l'inevitabile conseguenza di contrarre la Sfera Universale fino a ritornare al punto Zero, origine del tutto.

Questo riguarda però lo stato finale, ma la formazione della Materia non può avvenire in modo uniforme per la qual cosa non è da escludere che esistono stadi intermedi in cui aggregati di Materia di entità limitata, all'interno della sfera universale, raggiungono in un tempo più breve, la massima espansione proporzionale alla massa realizzatasi e, pertanto essendo avvenuta l'intera trasformazione di quella parte di energia, a causa della gravitazione del massimo stato di materia (parziale), le singole masse si attraggono tra loro e quel tempo si inverte mentre le stesse masse parziali si avvicinano sempre di più tra loro e la velocità di avvicinamento aumenta fino a che, per un osservatore esterno a questo sistema in collasso, non è possibile osservare alcuna luce perché anche essa non riesce a sfuggire all'immane gravitazione che si viene a determinare.

Questo evento viene definito dalla Scienza come Buco Nero.

Al termine, quando la massa complessiva del sistema stellare parziale avrà raggiunto la massima densità, il sistema collasserà dando origine ad un nuovo Bang parziale e quella parte riprenderà ad espandersi generando un nuovo sistema stellare o galassia con le leggi fisiche che regolano tutto l'Universo. -

Dopo aver fatto una rapida carrellata sull'evento iniziale del nostro Universo, spostiamo l'attenzione sul nostro sistema solare dove una serie di Pianeti e satelliti di questi ultimi, orbitano intorno alla stella Sole descrivendo intorno ad essa dei tracciati più o meno ellittici (orbite).

Tra tutti i pianeti che sono stati individuati nel nostro sistema, dovrebbe essercene un altro forse anche non appartenente esclusivamente alla nostra stella, non ancora divulgato perché non ancora visibile con tutti i telescopi, ma di cui esistono attualmente solo delle indicazioni come perturbazioni notate delle orbite dei pianeti periferici come Nettuno e Plutone.

Sembra anche che la N.A.S.A (Ente Spaziale Americano) sia in possesso di documentazioni che convaliderebbero l'esistenza del Pianeta X o dodicesimo Pianeta del nostro sistema. ­

Abbiamo attinto qualche notizia dalla rivista mensile “Hera – Miti, Civiltà Scomparse, Misteri Archeologici ” che uniamo come foto n.1 e n.2 riferite a pubblicazioni del Gennaio 2000 (Hera n.1) e del Febbraio 2003 (Hera n.38)

Fig. n. 1 – Articolo comparso sulla Rivista HERA
Per leggere lo scritto, cliccare sulla foto.

Qui invece si farà riferimento a quanto è emerso dalle traduzioni di alcune tavolette sumere (in argilla ed incise in caratteri cuneiformi) risalenti a circa il 13000/12000 a. C. in cui compare il nome di un Pianeta, all'epoca sicuramente visibile, a cui i Sumeri diedero il nome di "Nibiru”.

Dagli stessi documenti sono indicati alcuni dati astrofisici ed in particolare il periodo di rotazione di questo corpo celeste intorno al Sole che dovrebbe essere di 3600 degli anni (lunari) secondo il nostro metro di misurazione del tempo.

La proporzione del Tempo potrebbe sembrarci assurda ed inusuale, ma se facciamo delle considerazioni, il fatto non è per niente impossibile.

Prima cosa, se questo Pianeta lo consideriamo reale ed esistente, esso dovrebbe essere di massa relativamente grande con un volume proporzionale alla massa tanto da poter essere stato visto ad occhio nudo in tempi che furono (Sumeri).


Foto n.2 – Rappresentazione del Sole ed i Pianeti.


In pratica, in base all'orbita che si può dedurre dai dati sumeri, ci dovremo trovare alla presenza di un corpo celeste con massa distribuita.

La rotazione intorno al proprio asse dovrebbe essere molto lenta tanto da presentare un suo emisfero rivolto verso il Sole per molto tempo rispetto alle nostre concezioni perché il periodo di esposizione di un suo giorno non dovrebbe essere meno di nostri 10 giorni;- in pratica, un anno Nibiru dovrebbe essere composto da circa 80000 nostri giorni.

In base a queste, diciamo ipotesi di lavoro, il Pianeta Nibiru è paragonabile solo ad un altro tipo di corpo celeste come le Comete.

Anche questi corpi celesti che fanno parte della nostra stella Sole si comportano alla stessa maniera per quanto concerne l'orbita e, pertanto l'ipotesi del Pianeta X o dodicesimo pianeta dovrebbe essere approfondita partendo, in mancanza di dati certi, da ipotesi di lavoro.

E' anche ipotizzabile, considerando le diverse circostanze che abbiamo descritto in precedenza, che questo corpo celeste possa essere assimilato al concetto di un'Astronave orbitante intorno al Sole.

Occorre un poco di immaginazione ed avventurarsi al limite della Fantascienza che in questo caso, come lo è stato per altre circostanze, potrebbe essere più reale di quanto si possa pensare ed ipotizzare.

Per questa ragione spingeremo la nostra indagine cavalcando ipotesi azzardate ed in base ad esse cercheremo di trovare dei riferimenti che, in qualche modo, possano essere giustificativi logici di una forse realtà che ci sfugge e di cui potrebbero esserci solo delle labili tracce presenti sul nostro pianeta Terra.

Non è da escludere, però la probabilità che il nostro sistema stellare sia del tipo “Binario” ovvero che il nostro Sole abbia una stella sorella ed insieme, costituiscono un unico sistema in cui ciascuna abbia un proprio complesso planetario di cui, appunto, Nibiru potrebbe essere un pianeta della stella rossa, sorella del nostro Sole.

Tra accenni preistorici, documenti sumeri, egizi ed anche biblici è ipotizzabile la presenza di una stella nana/rossa la cui massa potrebbe essere di circa un terzo di quella della stella Sole.

Proprio di questa presunta stella rossa potrebbe essere Nibiru un suo pianeta oppure, addirittura la stessa stella rossa, ma ciò sarebbe in disaccordo con la durata dell’anno di Nibiru secondo quanto tramandato dai Sumeri.

Se ciò venisse scientificamente confermato, sarebbe facile dimostrare anche che le diverse ere terrestri indicizzate dalla scomparsa di animali di rilevante mole come i Dinosauri, le fossilizzazioni di foreste e di esseri marini nonché le glaciazioni, non sarebbero attribuibili ad eventi casuali come i “Meteoriti e Comete”, ma più realisticamente all’influenza di una massa rotante oscura o rossastra in movimento combinato con la nostra stella Sole.

Non abbiamo molto circa argomento se non il periodo di 3.600 anni lunari equivalenti a circa 3760 anni solari indicati per il presunto pianeta “Nibiru”.

Questo dato è stranamente coinciderebbe con il Calendario di Nippur e l’inizio del Calendario Ebraico.

L’ipotesi che abbiamo formulato è anche suffragata dalle attuali condizioni del nostro sistema solare dove alcune variazioni dei complessi planetari e del Sole stesso, indicano una condizione modificante non spiegabile dalle attuali conoscenze astrofisiche.

Possiamo citare l’attività inconsueta del Sole con un aumento di intensità del Campo Magnetico esterno alla nostra stella che si è incrementato di oltre il 200% nell’arco di circa 100 anni.

A detta di scienziati di indubbia fama anche l’Eliosfera che contorna il Sole ha avuto un incremento incomprensibile ed inspiegabile.

Questo evento, in particolare, è in grado di apportare serie modificazioni al sistema planetario ed addirittura, variare la struttura della vita sulla Terra ovvero, produrre cambiamenti del nostro DNA.

Sarebbero in corso anche modifiche dell’atmosfera dei Pianeti non esclusa anche quella terrestre.

E’ stato notato anche un aumento della brillantezza del Pianeta Venere, del Pianeta Urano e Nettuno mentre è stato anche notato un incremento della carica energetica del Pianeta Giove che ha raddoppiato l’intensità del proprio campo magnetico e modificazioni meno rilevanti sono state constatate per gli altri Pianeti.

Qualche segno evidente è ravvisabile anche sulla Terra dove possiamo annoverare Terremoti di forte intensità e disastri naturali che negli ultimi 50 anni hanno provocato ingenti perdite di vite umane.

Il Campo Magnetico terrestre è in progressiva diminuzione senza che esista una legge fisica che giustifichi questo strano evento.

Altri fenomeni tangibili sono la riduzione dell’Ozono polare e lo scioglimento dei ghiacciai che, per il momento sono attribuiti dai max media, all’insano uso che la popolazione mondiale fa dei combustibili, ma che in effetti non inciderebbe o se ciò avvenisse, ricadrebbe in maniera limitata sull’evento che invece sta interessando non solo il nostro Pianeta Terra, ma l’intero sistema solare.

La Geologia ci ha segnalato che la Terra ha attraversato in passato diverse fasi cicliche che portarono a rilevanti modificazioni dello stato del nostro pianeta e la trasformazione della vita qui manifestatasi in tutte le espressioni, privilegiò una selezione naturale e consequenziale che indichiamo come “Eventi Evolutivi”.

Del lontano passato si dispone di pochissima documentazione e molta di questa è di fonte sumera ed egizia mentre i reperti archeologici, forse non osservati con la dovuta attenzione poco ci indicano sulle remote realtà.

Oltre alla documentazione sumera, prenderemo in esame il più antico libro religioso che è la Sacra Bibbia perché riteniamo che esso sia uno scritto che contiene tra le righe un qualcosa di pertinente con l'argomento che trattiamo.

Ritorniamo al decimo pianeta; dopo la ricerca iniziata da Sir. Lowell, gli si affiancò lo studioso americano J. Brady che aveva scoperto, durante lo studio della Cometa Halley che la sua orbita, alla pari di quanto si costata per i Pianeti Urano e Nettuno, era influenzata dalla presenza di un campo gravitazionale che poteva essere giustificato solo dalla esistenza di un altro corpo celeste oggi invisibile oltre il pianeta Plutone e caratterizzato da un'orbita retrograda.

In seguito, nei primi anni 80 e dopo con i satelliti artificiali Pionier 10, 11 e Voyager, si ebbe la conferma che doveva esserci, appunto, un corpo celeste di dimensioni più grandi di due o tre volte il pianeta Terra, ad una distanza discretamente elevata da tutti i pianeti esterni.

Come si è già detto, la NASA si espresse in modo che ammetteva la possibilità dell'esistenza di un altro pianeta orbitante, dopo che i satelliti artificiali individuarono una gran massa (o dimensione materiale) in direzione della costellazione di Orione.

Nell'occasione, molti autorevoli ambienti scientifici si espressero con affermazioni che convalidavano l'esistenza del decimo pianeta o qualcosa equivalente e non ancora ben identificato.

Qualche conferma arrivò anche dall'U.k.'s Open University ed in contemporanea dall'University of Southwestern Luisiana che con studi separati arrivò alla medesima conclusione che doveva esserci un oggetto non ancora identificato all'estremo del nostro sistema solare che, a seguito della sua massa e dimensione, esercitava una forza gravitazionale in grado di ostacolare l'uscita delle sonde spaziali dal sistema solare e di deviare il tracciato matematico delle Comete.

Non passò tempo e l'Osservatorio Svizzero di Neuchatel annuncia che gli astronomi ivi operanti avevano individuato una massa di colore arancione nei lontani spazi siderali e lo stesso avvenne, con molta probabilità, per il Gordon Macmilla Southon Observatory di Lowell in Arizona.

In entrambi gli avvistamenti si parlò di un corpo planetario in orbita regolare di avvicinamento alla Terra.

Qualche anno fa (Gennaio 2002) alcuni astronomi francesi comunicarono di essere riusciti a fotografare una massa celeste in avvicinamento discendente verso la Terra.

Se le cose stanno esattamente come indicato dagli astronomi, nel corso dell'anno 2008, questo pianeta, se la massa diffusa è tale, sarà possibile osservarlo ad occhio nudo.

Sembrerà strano, ma i Sumeri già 7000 anni fa avevano indicato tutti i componenti del sistema solare come anche l'orbita del pianeta chiamato Nibiru come è raffigurato in un sigillo cilindrico sumero conservato attualmente al Museo di Berlino.

Nessun commento:

Posta un commento